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STORIA DEL CLUB DI CASERTA
"Abbiamo fatto il nostro dovere di sportivi fondando il Panathlon di Caserta". Cosi il 15 ottobre del 1954 il compianto Alfredo De Negri, primo presidente, al momento del suo insediamento chiosava l’atto di nascita del club avvenuto il 18 luglio nella sede provinciale del CONI. Cinquant’ anni fa presiedeva il Comitato Olimpico di Terra di Lavoro un altro compianto amico, Donato Messore.
La fiaccola iridata, portata da Egidio Amato, fu raccolta da un gruppetto di pochi intimi che diedero vita alla costituente del sodalizio di Caserta. Con Amato, De Negri e Messore erano presenti Enzo Furlò, Carlo Manzi, Clemente De Cesare, Eugenio Berni Canani (il secondo presidente, il quale, da vecchio ufficiale di Cavalleria, volle che il club seguisse con particolare attenzione il concorso ippico nazionale di Caserta) ed Eduardo Campopiano, che redasse l’atto costitutivo.
Per festeggiare l’evento, i “costituenti” andarono a brindare alla ”Veneziana”, l’antico bar a due passi dalla sede del CONI che allora era ubicata al Corso Trieste, nei locali sovrastanti il cinema Corso. Caserta viveva gli anni entusiasmanti della rinascita dopo i lutti dell’ultima guerra mondiale.
La prima mostra nazionale della canapa, la mostra delle sete di San Leucio, le iniziative promozionali per la gelsibachicoltura, la valorizzazione del Matese e di Casertavecchia, il concorso per le migliori vetrine, il bicentenario della Reggia, la Primavera Casertana, erano tutti momenti di forte impegno e di grande eco che bene si armonizzava con quelli sportivi: dal concorso ippico al circuito automobilistico al rilancio dell’Unione Sportiva Casertana, i cui atleti furono battezzati “falchetti” in seguito al concorso lanciato da “Il Giornale Sportivo” diretto dal maddalonese Domenico Farina e di cui erano collaboratori da Caserta Pippo e Lino D’Orta, Ciro Amabile e Federico Scialla.
In questo clima di entusiasmante operosità nasceva il Panathlon, un sodalizio giovane, ricco di splendidi propositi, strumento mirabile per la promozione dei più puri ideali sportivi. In 50 anni il club ne ha fatta di strada: ogni socio (quelli fondatori erano 16) si è espresso al meglio delle proprie risorse in spirito di autentico servizio che, nella rotazione dell’incarico di presidenza, trova al sua sintesi perfettibile.
Quanti protagonisti si sono avvicendati al timone del club, oggi presieduto dall'On. Prof. Paolo Santulli.
Dallo sportivissimo Alfredo De Negri (volante d’oro della provincia di Caserta, ricordato nella toponomastica cittadina) all’impeccabile Eugenio Berni Canani; dall’inappuntabile Egidio Amato ad Italo Del Prete che diede impulso alla festa degli auguri di fine anno; da Ugo Gaetani dell’Aquila d’Aragona (ricordato con Guido Del Giudice per la valorizzazione degli sport invernali) a Vittorio De Stasio che ha alimentato l’interessa per le attività aviatorie; da Giorgio Anglesio (Olimpionico di scherma che dovette lasciare l'incarico prima della scadenza per andare ad impiantare la FIAT a Togliattigrad) a Donato Messore (l’uomo dall’eccezionale carica umana, stroncato da infarto mentre ricopriva il suo periodo di presidenza); da Gaetano Alvino (animatore dell’indimenticabile incontro con il sub Maiorca a Carlo Gay (che volle la storica conviviale con il Napoli al completo nell’anno del boom della squadra azzurra); da Giovanni Francesco Maggiò (che ha legato indissolubilmente il suo nome a quello di Caserta Basket, anch’egli è ricordato nella toponomastica del capoluogo) a Luccio Mazzirelli (brillante presidente dopo essere stato segretario per ben 10 anni); da Pasquale Ardagna (legatissimo alla squadra rossoblu) a Giovanni Schiavone (organizzatore di meeting di grosso spessore); Giovan Battista Musto (entusiasta fautore del baseball) a Pierfortunato De Gennaro (appassionato dello sport equestre); da Alfonso Caterino (presidente del trentacinquennale che, per l’occasione, ottenne l’ambito intervento del presidente internazionale Antonio Spallino, olimpionico di scherma) ad Antonio Farina (il presidente del quarantennale, memorabile, tra l’altro, per il congresso internazionale svoltosi 10 anni fa a Caserta sull’atto unico europeo e lo sport) ; da Franco Cundari (che ha voluto a Caserta un campionato mondiale di boxe) a Filippo Ferrucci (cui si deve l’istituzione del premio annuale “Fair play” per le tenniste partecipanti al torneo internazionale di Caserta) a Agostino Natale presidente del cinquantennale.
Cinquanta anni dunque, ed è gia storia, storia di Caserta ma anche storia d’Italia per il prestigioso club tra i più antichi del paese, il sedicesimo, sorto soltanto tre anni dopo quello di Venezia, che fu il primo.
Alberto Zaza d’Aulisio